venerdì 22 febbraio 2013

Votiamo LA DESTRA !




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Manifesto degli Architetti Lombardi.


 
Roberto Jonghi Lavarini, candidato alla camera dei deputati, nella coalizione di centro-destra, come indipendente ne La Destra di Francesco Storace, e sostenitore di Roberto Maroni in Lombardia, ha ricevuto ed analizzato il Manifesto elaborato dalla Consulta Regionale dell'Ordine degli Architetti, e ne sosterrà le proposte, in tutte le sedi politiche ed istituzionali."Come ho già, più volte, ripetuto, incontrando i rappresentanti delle associazioni di categoria (AMPE, ANCE, ANACI e UPPI), l'edilizia (sia pubblica che privata), è il primo volano della nostra economia nazionale, quindi è un settore che deve essere assolutamente sostenuto ed incentivato, attraverso una drastica riduzione della burocrazia e delle tasse, l'introduzione di sgravi ed incentivi fiscali, e la garanzia di accesso al credito per le imprese le famiglie italiane"
 
 
 


 

Consulta Regionale Lombarda

Manifesto degli Architetti Lombardi
08/02/2013

In occasione dell’imminente confronto elettorale che deciderà il Governo regionale, gli Architetti Lombardi, rappresentati dalla Consulta Regionale che ne coordina i 12 ordini provinciali, chiedono a tutti i candidati, uno specifico impegno nella condivisione delle misure e gli obiettivi che il nostro “manifesto” sintetizza, certi che le scelte che emergeranno, costituiranno, per il peso e il ruolo della Regione Lombardia, ricadute di rilievo anche per l’economia e la cultura dell’intero Paese.

MANIFESTO – OBIETTIVI PRIORITARI
 
PREVENIRE LE EMERGENZE

Lo sviluppo urbano ed edilizio deve tenere conto degli obiettivi di sicurezza e difesa del suolo in tutte le trasformazioni programmate del territorio. Il patrimonio edilizio residenziale si trova in uno stato di conservazione pessimo o mediocre, bisogna incentivare il suo recupero e adeguamento. Nella realizzazione di nuove edificazioni infrastrutturali, urbanistiche ed edilizie, bisogna incentivare il riuso delle aree già urbanizzate. A fronte dell’eccessivo consumo di suolo, una parte rilevante di edilizia abitativa libera rimane invenduta o non occupata, bisogna incentivare il riutilizzo con edilizia abitativa sociale o convenzionata.
 
INCENTIVARE GLI INTERVENTI EDILIZI E URBANISTICI VIRTUOSI
Il Piano Nazionale per la Rigenerazione Urbana Sostenibile nei suoi contenuti costituisce la vera innovazione di riferimento per i futuri interventi e dovrà avere una sua declinazione e diffusione a livello regionale, a partire dalla: Valorizzazione del patrimonio di infrastrutture, aree ed edifici esistenti. Riqualificazione di infrastrutture, aree ed edifici dismessi. Realizzazione di interventi di edilizia sociale, diversificando l’offerta di godimento del diritto dell’abitare, incentivando il mercato locativo e l’housing sociale.
 
ATTIVARE NUOVE RISORSE ECONOMICHE PER GLI INTERVENTI
Garantire risorse anche pubbliche alle costruzioni. Operare politiche fiscali, che possano attivare agevolazioni e costruire incentivi agli investimenti sul territorio. Sostenere e promuovere azioni in sede nazionale per la riattivazione del circuito del credito anche con il coinvolgimento degli investitori istituzionali. Incentivare il ruolo di regia regionale nei rapporti con l’Europa. Costruire servizi di assistenza all’accessibilità delle risorse anche per progettisti e professionisti.
 
PROMUOVERE I CONCORSI DI ARCHITETTURA PER QUALIFICARE IL TERRITORIO
Promuovere ed incentivare il concorso di idee ed il concorso di progettazione, per il miglioramento della qualità del progetto e dell’opera architettonica, sia nel settore pubblico che in quello privato.
 
RAZIONALIZZARE IL CONTESTO NORMATIVO E SEMPLIFICARE LE PROCEDURE AUTORIZZATIVE

Poche leggi, necessarie e leggibili. Procedure semplici, brevi ed efficaci. Gli architetti, come più volte proposto, si rendono da subito disponibili a fornire il loro contributo alla riformulazione dell’apparato legislativo di riferimento per le materie di loro competenza.
 
 
Cari colleghi Politecnici e persone per bene, oggi è stato presentato il Manifesto degli Architetti ,
se hai piacere di vedere di cosa si è parlato ho fatto una minicronaca su twitter.
Ieri invece abbiamo parlato di Agopuntura urbana per progettare smartcity. Penso che il "per bene" e l'architettura possano far rinascere l'Italia. Se sei anche tu della stessa idea mi piacerebbe conoscerti almeno su twitter. Mi auguro, che i miei pensieri, Ti possano essere utili per aiutarci a dare un nuovo slancio alla nostra Nazione. Cordialità

Arch. Edmondo Jonghi Lavarini

 

giovedì 21 febbraio 2013

LA DESTRA per la CULTURA.

 

 

 
LA DESTRA: IL “MANIFESTO PER LA CULTURA”
La Consulta per la Cultura presieduta da vicesegretario Nazionale Nello Musumeci: Guardare al contemporaneo e alle identità locali per rilanciare la cultura italiana
ROMA – È stato diffuso oggi il Manifesto per la Cultura - Politiche 2013, redatto dalla Consulta per la Cultura de «La Destra», coordinata dall’On. Nello Musumeci, vicesegretario nazionale del partito e deputato del Parlamento Siciliano. Il Manifesto prende spunto dalle politiche di questi ultimi anni che hanno progressivamente relegato la questione culturale agli ultimi posti delle graduatorie nelle agende di governo e critica la politica di tagli, devastanti nel campo della cultura, di cui il governo Monti è stato massima espressione. Il documento approvato dalla Consulta per la Cultura de «La Destra», propone di potenziare, al contrario, gli investimenti nel settore della cultura, del turismo e della formazione, scommettendo sul potenziale che rende l’Italia unica al mondo: le specificità dei territori (agricoltura, enogastronomia, tradizioni artigianali, etniche e religiose), le bellezze monumentali e artistiche, la magnificenza del paesaggio. Il Manifesto per la cultura contesta, poi, l’importazione di modelli esteri, emulati a discapito di una originalità nazionale, e mette l’accento sull’indebolimento progressivo delle azioni di tutela, da parte delle Istituzioni, nei confronti delle specificità culturali, creative, paesaggistiche, territoriali e imprenditoriali. A fronte di questo, «La Destra» propone di puntare sulla cultura contemporanea, “poiché – si legge nel Manifesto per la cultura - la costruzione dell’identità non conosce battute d’arresto: continua, sempre, e si nutre delle energie del presente, assieme a quelle del passato. Arti contemporanee, industria della moda e del design, ricerca scientifica e accademica, voci dissonanti e di sperimentazione, sviluppo di sistemi creativi, progettazione di segni e forme nuovi: l’orchestrazione dei molti fermenti culturali di una Nazione passa anche e soprattutto da qui”. Il Manifesto per la Cultura de «La Destra», contrappone, inoltre, alle insidie e alle complessità della globalizzazione, la valorizzazione di una cultura locale; declinata secondo logiche di competitività e di dialogo internazionale: “siamo quelli del glocal - si legge – che arginano le spinte ultra-liberiste del centrodestra e credono nella necessità di ripartire dai luoghi e dalle tradizioni. Quelli che puntano a un’Europa delle Nazioni, dei diritti uguali per tutti e delle mille differenze culturali, da esaltare e non livellare. Un’Europa unita dalle naturali, antiche solidarietà sociali, e non dalle sole esigenze di una fredda moneta comune. Un’Europa che lavori per costruire cooperazioni armoniche all’interno dell’area del Mediterraneo, favorendo gli interessi economici, i diritti e lo sviluppo dei popoli europei e rafforzando il dialogo con quelli extraeuropei. Ed è in questa direzione che la Destra sociale continua a muoversi, consapevole di quanto questo sia, essenzialmente,cultura. Cultura come nodo da cui determinare un’immagine reale della questione europea; cultura come possibilità concreta per un new deal che conduca oltre la crisi; cultura come strategia di sviluppo che punti alle specificità e alle sapienze dei territori. Cultura, infine, come desiderio, immaginazione, azione”. “Una Nazione ricca intellettualmente – spiega Nello Musumeci, coordinatore nazionale della Consulta per la Cultura - è una Nazione capace di generare ricchezze nuove e di mettere a frutto quelle antiche. Questo è il Nuovo Corso che immaginiamo”.
LE PROPOSTE DE «LA DESTRA» PER LA CULTURA ITALIANA:
- Politiche di defiscalizzazione per privati che acquistino opere d’arte o che sostengano, con forme di mecenatismo, istituzioni e progetti culturali.
- Defiscalizzazione per le aziende che investano in cultura, che acquistino opere d’arte o che producano progetti culturali.
- Sostegno alle nuove imprese creative e alle imprese giovanili in fase di start up, attraverso strumenti di consulenza, di finanziamento e di incubazione.
- Rimodulazione dell’IVA per prodotti culturali.
- Politiche consortili che agevolino nei costi di produzione e organizzazione le piccole gallerie e le piccole imprese creative, arrestandone il processo di sparizione: una soluzione, quella dell’associazionismo, che diventa strategia per affrontare i mercati globalizzati e per proteggere le specificità territoriali.
- Politiche di agevolazione e di sostegno (in termini economici, ma anche di offerta di servizi e spazi) per il non profit e la ricerca.
- Sostegno alle imprese creative e, nello specifico, al settore del made in Italy, nel tentativo di rafforzare l’export e di essere competitivi incentivando la produzione e la diffusione delle eccellenze italiane.
- Incremento e sviluppo di servizi, impianti e strategie di comunicazione, a favore del turismo culturale.
- Azioni di tutela e conservazione del paesaggio e dei beni culturali, con adeguamento dei servizi aggiuntivi, secondo standard europei e con investimenti per l’innovazione tecnologica.
- Sinergia forte tra mondo della formazione e mondo del lavoro, incrementando la partecipazione degli studenti al lavoro nella piccola impresa ma anche nella bottega: il recupero e la salvaguardia della tradizione artigianale si sposa con la formazione manageriale e con la ricerca creativa contemporanea, in linea con il trend del momento (vedi settore moda e design).
- Investimenti per la realizzazione e il completamento di opere pubbliche vocate alla cultura, creando occasioni di lavoro; aumento dei luoghi di promozione, fruizione e produzione culturale, anche fuori dai grandi centri e verso le periferie (musei, scuole, biblioteche, circoli, gallerie, cinema, teatri…).
- Coinvolgimento dei privati nella gestione degli spazi culturali pubblici e incoraggiamento delle forme di mecenatismo per il supporto di grossi progetti di produzione, restauro e conservazione. Mantenendo fermo il ruolo di monitoraggio e di controllo dell’istituzione pubblica, che ha la proprietà degli spazi e che detta le linee guida dei progetti, occorre sperimentare il modo in cui la managerialità, l’efficienza e la tempestività del privato possano compensare la lentezza burocratica, la mancanza di competenza, l’attuale ristrettezza finanziaria e la carenza di fantasia del pubblico. Riuscendo ad aumentare qualità e profitto.
- Stimolo alla cooperazione e al coordinamento tra enti statali, regionali, provinciali, comunali, per progetti culturali e strategie turistiche.
- Creazione di uno sportello ministeriale attento alle esigenze del cittadino, che possa servire per assistere le imprese, gli artigiani e le associazioni nell’accesso ai fondi statali ed europei, nella partecipazione ai bandi, nell’assistenza per i servizi, nella consulenza per i progetti.

Per una grande destra.

Roberto Jonghi Lavarini e Marcello Veneziani, con La Destra di Francesco Storace, per la convocazione di un congresso costituente per creare una nuova grande destra italiana.
 
 
E Fini, "il capitan Schettino della destra italiana" è bene che resti a casa, "ai domiciliari"
 
A quattro giorni dal voto, con tutti i politici impegnati nella corsa elettorale, a caccia anche di un singolo voto in più, “Il Giornale d’Italia” ha voluto intervistare Marcello Veneziani che, appena l’altro ieri, aveva lanciato, dalla prima pagina de “il Giornale”, un appello all’unità di tutti i partiti che compongono l’oramai frastagliatissima area di destra. Dopo aver sentito anche il parere di Pietrangelo Buttafuoco, era giusto cercare di comprendere meglio l’idea che Veneziani ha di una destra unita e coesa.

D. Veneziani, lei nel suo articolo guarda con nostalgia al passato, al MSI per intenderci, con un filo di disgusto alle divisioni odierne e auspica, per il futuro, una nuova destra unita. Ma in che mondo pensa che un’area così frastagliata possa ricompattarsi?
R. Sì, le biografie e l'esperienza dicono che non si compatteranno, ma io sostengo una cosa semplice: o lo fanno o la destra sparisce. Tertium non datur. Nessun frammento è in grado da solo di rilanciare il progetto politico di una destra. Quindi o tentano di ricomporre l'ambiente che ha animato la destra in Italia cercando di integrare la maggior parte di coloro che da quell’area provengono, oppure meglio finire in clandestinità.
D. Lei è il padre del progetto “Itaca”. Per lei il punto di partenza è un dialogo fra le varie correnti di intellettuali, o si deve partire –concretamente- dai programmi dei vari partiti e movimenti?
R. No, gli intellettuali non c'entrano o perlomeno non sono loro che devono far partito, gli intellettuali pensano e scrivono in solitudine. Gli intellettuali possono essere ostetrici, ma non leader di partito. Il progetto che io ho lanciato e che definii come un progetto prepolitico, era un invito accorato a chi vuol far politica a destra di ripartire dai punti in comune per rifondare un nuova destra.
D. Buttafuoco, nella sua intervista a “il Giornale d’Italia” ha parlato di una “casa comune” che vada da Casapound a una parte del PDL, passando perfino per la Lega. Lei crede che sarebbe realizzabile un’unione di “anime” così distanti?
R. Non credo che si possa fare una fusione generale, ci sarebbero troppe incompatibilità e crisi allergiche, ma credo che si debba tentare di integrare quanti più soggetti e movimenti possibili che accettino una comune piattaforma ideale.
D. Concretamente, da dove si dovrebbe partire per costruire un nuovo partito che rappresenti tutta la destra?
R. Da un tentativo di negoziato esteso a tutti, compreso chi ha seguito Fini, pentendosene. Si fa un tavolo, si indice un conclave, si cercano figure che possano almeno nella prima fase garantire un ruolo se non super partes almewno extra partes e si comincia. Poi se il discorso procede si genera un agile manifesto e si fanno gli stati generali della destra, ma chiamati in altro modo. Una bella cospirazione nazionale alla luce del sole, della Grande Destra per un'Italia rinata.
D. In questo marasma di sigle e movimenti, è innegabile che “La Destra” di Storace sia l’unica realtà ancora strutturata come un partito, almeno così la vede Buttafuoco. Lei si trova d’accordo?
R. Sono d'accordo nel ritenere la Destra di Storace il punto di partenza e riconosco alla destra di Storace la coerenza e la priorità cronologica rispetto agli altri. Ma attenti al gioco di chi vuol sminuzzare la destra, ridurla in frattaglie, e poi trattare caso per caso.
D. La convince il progetto messo in piedi da “Fratelli d’Italia”?
R. Se fosse partita un anno prima, diciamo alla fine del governo Berlusconi o perlomeno quando lanciammo con Besana l'appello da Itaca, e se fosse riuscita a riunirsi con le altre destre, a cominciare da La Destra, sarebbe stata una gran bella cosa. La Meloni e Crosetto mi sembrano un buon tandem. Ma rischiando la frammentazione e la battaglia dei prefissi telefonici, li aspetto al varco, cioè dopo il voto per riprendere il discorso interrotto. Con un invito: lasciate stare il centro-destra che dovrebbe essere un'aggregazione larga tra forze diverse, accontentatevi di mettere insieme i cocci della destra, sarebbe già una gran cosa, e poi dialogate con i moderati, i popolari e i liberali di centro.
D. In questa sua idea di una nuova destra, dove collocherebbe Gianfranco Fini?
R. A casa, non necessariamente nel Principato di Monaco. Al “capitan schettino” della destra italiana, che ha affondato ben quattro navi in forma di partito, si addicono almeno i domiciliari....
Micol Paglia




Manager e Alte Professionalità per l'Italia.


Roberto Jonghi Lavarini, candidato alla camera dei deputati, nella coalizione di centro-destra, come indipendente ne La Destra di Francesco Storace, ha incontrato una delegazione ufficiale dell'associazionismo professionale milanese, con la quale ha discusso ed analizzato la piattaforma programmatica "L'Italia che vogliamo" elaborata dal CIDA e dalla Federmanager. "Si tratta di un documento molto attento e preciso, elaborato dalle migliori teste della impresa italiana, che propone riforme strutturali ed organizzative intelligenti, innovative ed estremamente utili per il rilancio dell'Italia. Condivido molte delle loro proposte che, pertanto, saranno portate in parlamento, dai futuri deputati de La Destra".




L'Italia che vogliamo - Le proposte dei manager per il rilancio del Paese.

In vista delle prossime elezioni, è stato predisposto un programma con le richieste dei Manager e delle Alte Professionalità alle forze politiche che sarà oggetto di confronto con i candidati dei vari schieramenti.

http://www.cida.it/content/litalia-che-vogliamo-le-proposte-dei-manager-il-rilancio-del-paese

CONTRIBUISCI CON CIDA AL RILANCIO DEL PAESE
CIDA - Manager e Alte Professionalità per l'Italia , con Federmanager e Manageritalia, in occasione delle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013, ha predisposto unProgramma politico con le proposte dei manager per il rilancio del Paese. Con questo ci stiamo confrontando con tutti gli schieramenti politici a livello nazionale e territoriale.
Per coinvolgere tutti i manager associati alle Organizzazioni aderenti a Cida, è stata realizzata una piattaforma collaborativa dedicata alla discussione e alla condivisione del Programma .
Vogliamo che anche tu possa condividere, arricchire e affinare le azioni per il rilancio del Paese all'interno delle 6 aree tematiche: Competitività aziendale; Welfare; Sanità; Fisco; Riforma ordinamento della Repubblica e delle PPAA; Istruzione, Università e Ricerca.
Accedi alla piattaforma, registrati, partecipa e arricchisci le discussioni con il tuo prezioso contributo!
Il programma, dal 20 febbraio al 1° marzo, sarà votato e aggiornato.
Questo sarà lo strumento per valutare e controllare l'operato del Governo e del Parlamento che verranno eletti.
Per rafforzare la nostra azione stiamo anche organizzando degli incontri sul territorio tra i vertici delle nostre Organizzazioni e i candidati locali . Incontri che vogliono presentare il Programma politico Cida e chiedere un consenso anche parziale sulle nostre proposte.
Forti del tuo contributo e del confronto con gli schieramenti, potremo poi monitorare e influenzare tutti gli eletti perché la loro azione riesca davvero a rilanciare il Paese.

L'ITALIA CHE VOGLIAMO E' UN' ITALIA POSSIBILE

mercoledì 20 febbraio 2013

Politica Etica Responsabilità.

 
Roberto Jonghi Lavarini, candidato alla camera dei deputati, nel centro-destra, come indipendente ne La Destra di Francesco Storace, ha sottoscritto il Manifesto Politico del movimento "Politica Etica Responsabilità", in difesa dei Valori non negoziabili, promosso dalla Onorevole Olimpia Tarzia, attualmente candidata alla regione Lazio con la lista civica "Storace Presidente". "Come in Francia, l'amico Philippe de Villiers, Visconte di Vandea, anche noi, lottiamo per i Valori, ovvero facciamo buona Politica, in difesa della nostra Civiltà europea e cristiana, delle nostre tradizioni, della giustizia sociale e della autentica solidarietà".
 
 
 
 

Nel panorama generale della politica nazionale agitato da inquietudini ed equilibrismi spesso incomprensibili al di fuori dei “palazzi” , il Movimento politico PER Politica Etica Responsabilità vuole rappresentare la convinzione, che nasce dalla vera società civile, che è possibile ancora sperare in una politica “espressione della più alta forma di carità”, credere nella dimensione etica dell’azione politica e realizzare un progetto politico che guarda lontano, assumendosi la responsabilità della difesa dei principi non negoziabili, fondamento della democrazia e dello sviluppo economico e sociale del nostro Paese. Il Movimento PER Politica Etica Responsabilità si pone sulla scena della politica nazionale con una chiara identità, che fa riferimento alla Dottrina Sociale della Chiesa e il fatto che, oltre ai nomi già citati, stanno continuano a pervenire messaggi di condivisione da numerosi autorevoli esponenti del mondo politico e istituzionale ci conferma che le istanze del nuovo soggetto politico, rappresentano la convinzione largamente condivisa che, pur nell’ottica di una sana laicità, i cattolici, a pieno titolo “soci fondatori” d’Italia, siano essi presenti nell’impegno sociale,economico e culturale, sia nel mondo politico istituzionale, debbano uscire da un’afasia tattica o convinta, per dare, come protagonisti, un contributo di stabilità al nostro Paese, per riconsegnare alla politica il suo primo compito di costruzione del bene comune e di servizio alla persona fondato sui principi non negoziabili. Viviamo in un contesto intriso di una certa intransigenza laicista che è nemica della tolleranza e di una sana concezione laica dello Stato e della società, ma siamo convinti che quando un politico cristiano interviene nel dibattito pubblico, esprimendo riserve o ricordando principi, non sta manifestando forme di intolleranza o interferenza, perché questi interventi cercano unicamente di illuminare le coscienze, affinché le persone possano agire liberamente e con responsabilità, in base alle autentiche esigenze della giustizia, anche se questo può entrare in conflitto con situazioni di potere e di interesse personale. L’eredità cristiana dell’Italia offre validi orientamenti etici per la ricerca di un modello sociale che risponda adeguatamente alle esigenze di un’economia globalizzata e dei cambiamenti demografici, assicurando la crescita e l’impiego, la protezione della famiglia, l’uguaglianza delle opportunità per l’istruzione dei giovani e l’assistenza ai poveri. Il patrimonio cristiano può davvero contribuire in modo decisivo alla sconfitta di una cultura, largamente diffusa, che relega alla sfera privata e soggettiva la manifestazione delle proprie convinzioni religiose. Le politiche fondate su questa base non implicano solo il ripudio del ruolo pubblico del cristianesimo, ma più in generale escludono l’impegno nella tradizione religiosa dell’Italia, diventando una minaccia per la democrazia stessa, la cui forza dipende dai valori che promuove. Comune radice di tutte queste tendenze è il relativismo etico che contraddistingue tanta parte della cultura contemporanea. Non manca chi ritiene che tale relativismo sia una condizione della democrazia, in quanto solo esso garantirebbe tolleranza, rispetto reciproco tra le persone, e adesione alle decisioni della maggioranza, mentre le norme morali, considerate oggettive e vincolanti, porterebbero all’autoritarismo e all’intolleranza. Ma è proprio la problematica del rispetto della vita a mostrare quali equivoci e contraddizioni, accompagnati da terribili esiti pratici, si celino in questa posizione. Il valore della democrazia sta o cade con i valori che essa incarna e promuove: fondamentali e imprescindibili sono certamente la dignità di ogni persona umana, il rispetto dei suoi diritti intangibili e inalienabili, nonché l’assunzione del «bene comune» come fine e criterio regolativo della vita politica. “Alla base di questi valori non possono esservi provvisorie e mutevoli «maggioranze» di opinione, ma solo il riconoscimento di una legge morale obiettiva che, in quanto «legge naturale» iscritta nel cuore dell’uomo, è punto di riferimento normativo della stessa legge civile. Quando, per un tragico oscuramento della coscienza collettiva, lo scetticismo giungesse a porre in dubbio persino i principi fondamentali della legge morale, lo stesso ordinamento democratico sarebbe scosso nelle sue fondamenta, riducendosi a un puro meccanismo di regolazione empirica dei diversi e contrapposti interessi”. (Evangelium vitae, 70) Il Movimento PER, che trae forza dal diffuso mondo dell’associazionismo e del volontariato, conta già su diversi amministratori locali in diverse regioni italiane e lancia la sua campagna di adesioni a tutti i cittadini che si riconoscono nel suo Manifesto Politico.
 

martedì 19 febbraio 2013

Costituente di Destra.

 
Roberto Jonghi Lavarini, presidente del comitato Destra per Milano, candidato alla camera dei deputati, nella coalizione di centro-destra, come indipendente con La Destra di Francesco Storace, insieme al filosofo (giornalista e scrittore) Marcello Veneziani, promotore del Progetto Itaca: per la convocazione di un grande congresso costituente, per la riunificazione, il rinnovamento ed il rilancio, culturale e politico, della destra sociale ed identitaria italiana e per costruire un "fronte europeo dei popoli e delle nazioni", insieme a Marine Le Pen.
 



 




Via alla settimana finale. Poi, dal parlamento, la grande destra nazionalpopolare.

Dopo la manifestazione romana di ieri si riparte per ricostruire un mondo La diaspora finiana non ci ferma: sovranità la battaglia dei prossimi anni.

Entreremo in Parlamento e convocheremo la costituente per formare la nuova, grande destra italiana. E' il mandato che puntiamo a ricevere copiosamente dal popolo italiano, perché avvertiamo la sofferenza della diaspora provocata da Gianfranco Fini. Lo abbiamo rivendicato anche ieri sera alla manifestazione di Roma, fummo i primi in Alleanza nazionale a chiudere la porta in faccia al tradimento che si approssimava. Ce ne andammo quando all'orizzonte si vedeva la sagoma del partito popolare europeo. Dicemmo di no e continuiamo a dirlo. In Italia e in Europa dobbiamo costruire una forza di destra, non democristiana. Ancora meglio, una forza politica che si batta per la sovranità dell'Italia e dell'Europa, che rifugga la moneta come totem a cui si prostrano gli Stati. No, sono gli stati che battono moneta e dettano legge. Altrimenti, che si vota a fare per le classi dirigenti? Che ne è della democrazia? E' lo spirito con cui affrontiamo l'ultima settimana di campagna elettorale. Domenica e lunedì prossimi si sceglie il nostro destino per i prossimi cinque anni. Ci sarà La Destra in Parlamento. E voteremo alla presidenza della Repubblica chi si impegnerà pubblicamente a non ostacolare la riforma presidenzialista dello Stato. Ci sarà La Destra in Parlamento e le banche avranno un nemico in più che affiancherà invece i giovani nelle loro aspirazioni a realizzare sogni che vengono compressi dall'usura in guanti bianchi. Ci sarà La Destra in Parlamento e finalmente ci si batterà anche nei Palazzi della politica per tagliare le unghie al mostro chiamato Equitalia, che ti fa pagare dieci volte un debito di valore uno. Ci sarà La Destra in Parlamento, e le battaglie per la tutela della famiglia naturale e la difesa della sacralità della vita non resteranno vuote parole di circostanza. Ci sarà La Destra in Parlamento e il contrasto all'immigrazione clandestina sarà una cosa seria. Ecco, da ieri, da Roma, abbiamo rilanciato il nostro grande messaggio politico all'Italia e agli italiani. Spetterà a ciascun nostro militante e agli elettori che guardano a noi con simpatia e rispetto per la coerenza di questi anni, tradurlo in consenso nelle urne. Se torniamo alla Camera e al Senato avremo definitivamente scongiurato il tentativo di annientamento di una tradizione e di una cultura perpetrato da Gianfranco Fini.
 
                                                                                                                     FRANCESCO STORACE
 
 
 
 
 
 
 

Sovranità Nazionale, politica, economica e monetaria.


 
Bankitalia torni pubblica, gli Stati recuperino sovranità monetaria
 
Mario Monti ripete ad ogni piè sospinto e ne parla con l'aria di chi ne è convinto, che se l'Italia abbandonasse l'Euro, sarebbe una zattera in balìa delle tempeste. No, la tempesta si abbatterebbe sull'Unione europea se l'Italia assumesse posizioni drastiche. Quindi, chi ha interesse ad un'Europa non frantumata dovrebbe tenerci buoni. Ma non siamo capaci di farci rispettare. E' un'Europa in balìa della moneta. E' la moneta che detta la politica agli Stati. Dovrebbe essere giusto il contrario. Sono gli Stati a dover battere moneta e a deciderne il valore. Anche in comune, ma l'interesse prevalente deve essere quello dei popoli, non quello delle banche. Un tempo, il valore nominale della moneta era deciso dall'autorità statale di emissione rispetto al valore reale della banconota. La differenza si chiama signoraggio, la differenza tra i due valori - enorme - la incassava lo Stato che la usava per beni e servizi. Quando beni e servizi costavano di più si entrava nel debito. Ora il debito lo si crea in maniera peggiore, criminale. Si è privatizzata la banca d'Italia, si è affidato ogni potere sulla moneta alla Banca centrale europea. Ora è la Bce a stabilire il valore della banconota e la differenza col suo costo non va più allo Stato, né a quello nazionale né a quello che avrebbe dovuto soppiantarlo con l'unione europea. No, abbiamo regalato i nostri soldi proprio a Bce. I banchieri si dividono allegramente i proventi del signoraggio e adesso beni e servizi li dobbiamo acquistare con l'indebitamento. Ovviamente il debito dilaga. In pratica, l'euro non è la moneta dellEuropa ma è solo lo strumento attraverso cui una banca privata, la Bce, ha depauperato a sua volta gli Stati europei della loro sovranità monetaria. Il potere di battere moneta dovrebbe invece competere solo agli Stati perché il valore del denaro è dato dalla volontà dei popoli di accettare quella moneta come propria; senza questo atto di volontà la moneta non varrebbe nulla. Il signoraggio deve andare a vantaggio di chi accetta il denaro, e non come avviene adesso attraverso la Bce che se ne è illegittimamente appropriata. Sarà un obiettivo da perseguire per La Destra in Parlamento: il primo strumento che metteremo in campo sarà una commissione parlamentare d'inchiesta sul signoraggio bancario. I danni prodotti ai popoli sono enormi e noi li dimostreremo. Credo che troveremo alleanze trasversali, perché adesso tutti dicono che le banche devono restituire il maltolto. La Destra chiederà consensi per la Camera e il Senato anche per mettere alla prova tutti quei politici che si sciacquano la bocca sull'usura in guanti bianchi. Per noi, Bankitalia deve tornare pubblica. FRANCESCO STORACE


In difesa della Vita: NO aborto!



 
 
Roberto Jonghi Lavarini, candidato alla camera dei deputati, come indipendente con La Destra di Francesco Storace, nella coalizione di centro-destra, cattolico praticante e militante, da tempo sostenitore del comitato "No 194", parteciperà alle iniziative contro l'aborto, organizzate davanti alla Clinica Mangiagalli di Milano.  "In questo ospedale, dove operano medici meravigliosi, autentici missionari, e dove sono nate entrambe le mie figlie (una terza l'ho naturalmente persa ed è stata una grande sofferenza), ogni anni, vengono, uccisi centinaia di innocenti. 
Dobbiamo fare di tutto per difendere il sacrosanto diritto alla vita,  e sostenere concretamente (ed economicamente) le giovani coppie, le ragazze madri e le famiglie numerose. La famiglia tradizionale deve tornare al centro della società italiana ed europea, con adeguate politiche culturali, scolastiche, sociali e fiscali."
 
Volevo di seguito girare a tutti gli iscritti di Milano del comitato No
194 un messaggio del presidente dell'associazione No 194; avvocato
Pietro Guerini:

Ogg: 12 ore per la Vita organizzata da NO194 ( 2 marzo 2013 , ore 9 ,
esterno clinica MANGIAGALLI , Milano , Via Commenda 12, vedi allegato )


Caro/a iscritto/a lombardo ,
come sa , il nostro obiettivo è l'indizione di un nuovo referendum
abrogativo della l. 194 , che ha legalizzato l'aborto nel 1978 in
Italia , per il quale ci stiamo organizzando nel paese .
Abbiamo oltre 14 000 aderenti e siamo ben radicati sul territorio .
La raccolta ufficiale delle firme ( ex artt. 31 e 32 L. 352/70 ) non
può iniziare prima del 2014 , stante la scadenza della legislatura ,
circostanza che ci ha bloccato anche nel 2012 .
Colgo l'occasione per ricordarle , quale manifestazione collegata a
tale fine , la 12 ore per la Vita , occasione di preghiera e
testimonianza contro l'aborto di cui al volantino pubblicato sul
nostro sito www.no194.org , che si svolgerà sabato 2 marzo 2013 ,
dalle ore 9 , all'esterno della clinica Mangiagalli, in Via Commenda
12 a Milano , e di altre 5 strutture sanitarie italiane ( site in
Torino , Padova , Roma , Caserta e Catania ) .
La Sua presenza , anche per solo un parte dell'evento , sarebbe ,
ovviamente , molto gradita , al pari dell'anticipazione al
sottoscritto di tale Sua partecipazione via mail .
Nella circostanza ( da parte di chi è disponibile , ovviamente )
sarebbe positivo raccogliere adesioni all'operazione , mediante
compilazione e firma dei moduli che si stampano dal sito stesso .
Delego il/la referente provinciale ( in caso di più referenti il meno
giovane ) all'inoltro della presente agli iscritti della propria
provincia , dandomi l'attestazione dell'inoltro .
Buona giornata e grazie per l'attenzione e la collaborazione .
Avv. Pietro Guerini - Presidente nazionale comitato NO194 e omonima
associazione


Volevo anche ricordare il volantinaggio all’Ospedale Nuovo San
Gerardo di Monza nell’ingresso pedonale Via Pergolesi 33 la mattina
di mecoledì 20 dalle ore 9 alle ore 13, in concomitanza
dell’esecuzioni degli interventi di aborto. Ricordo che all’Ospedale
San Gerardo di Monza si eseguono circa 700 aborti all’anno.(lo scorso
mese è uscito un bell'articolo nel giornale di Monza sul precedente
volantinaggio(vedi allegato).
In questo periodo difficile ricordo una bella frase di Albert Einstein:•

"Il mondo è pericoloso da vivere!
non tanto a causa di coloro che fanno il male,
ma di coloro che guardano e lasciano fare".

Ci aiuti a far girare queste importanti iniziative. Cordiali saluti.
Celsi Giorgio

PS: Cliccando il link c'è un articolo su come sta procedendo la diatriba
per il seppellimento feti al cimitero di Desio:

http://www.riscossacristiana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2200:cimitero-di-desio-il-seppellimento-dei-bimbi-uccisi-con-laborto-la-burocrazia-e-piu-importante-della-pieta-giorgio-celsi-ci-scrive&catid=60:spazio-per-la-vita&Itemid=123

 

Manifesto

UN’INIZIATIVA CONCRETA A FAVORE DELLA VITA
REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO
 
La presente iniziativa non è finalizzata alla semplice denuncia del fenomeno dell’aborto o alla mera critica culturale alla l. 194/1978 che lo disciplina nel nostro ordinamento , ma è diretta all’abrogazione di tale legge per via referendaria , in coerenza con la piena consapevolezza che la vita di ciascuno di noi è stata resa possibile dalla ricorrenza di due condizioni : il concepimento e l’assenza di eventi letali durante la gravidanza , tra i quali la sua interruzione volontaria è quello casisticamente di gran lunga più ricorrente . Una via , quella referendaria , obbligatoria ( alla luce della totale indifferenza della nostra classe parlamentare , che in oltre un trentennio dall’entrata in vigore della 194 si è astenuta da una sua semplice revisione in senso restrittivo ) e perfettamente percorribile , considerato l’abbondante decorso del quinquennio previsto dalla normativa vigente dal primo referendum del 1981 , svoltosi in un clima politico-culturale ben diverso da quello attuale . Piuttosto , alla luce del pericolo di una ( peraltro infondata ) censura da parte della Consulta , i quesiti referendari avranno essenzialmente come oggetto le norme più significative della legge , che si aggiungeranno così al quesito sull’abrogazione totale della legge . Tra le disposizioni più controverse ed impopolari della 194 , in particolare ed anzitutto , debbono annoverarsi l’art. 4 ( che riconosce il diritto di interruzione volontaria della gravidanza anche per mere ragioni economiche , morali e sociali nei primi 90 giorni ) e l’art. 5 ( che attribuisce alla donna, anche se coniugata, il diritto di assumere la decisione abortiva senza coinvolgere il potenziale padre , che può così legalmente rimanere del tutto ignaro dell’evento ). L’iniziativa è solo finalizzata all’abrogazione della legge ( dall’entrata in vigore della quale si sono registrati oltre 5 milioni di aborti , secondo i dati ufficiali del Ministero della Salute ) e rigetta ogni ipotesi di trattativa , che sarebbe inconcepibilmente effettuata sulla pelle del nostro prossimo . Di conseguenza , possibili effetti legislativi dell’operazione in oggetto restrittivi sulla portata della 194 ( ed intermedi rispetto all’obiettivo indicato ) , sarebbero frutto di una ( tra l’altro ad oggi del tutto improbabile ) azione parlamentare totalmente unilaterale e non concordata con i promotori del referendum . Implicitamente connesse all’iniziativa sono attività filantropiche , di assistenza sociale , di volontariato e di promozione di quest’ultimo , nonché divulgative dei princìpi ad essa sottesi , che assumono automaticamente carattere culturale , anche in forma ricreativa , dirette alla tutela della vita umana sin dal concepimento ed all’affermazione del diritto alla nascita , oggettivamente prodromico a qualunque diritto civile .
 

lunedì 18 febbraio 2013

Etica Sempre !

Roberto Jonghi Lavarini, candidato alla camera dei deputati, come indipendente con La Destra di Francesco Storace, nel centro-destra) ha ufficialmente aderito al Codice Etico del Politico promosso dalla Associazione Culturale Etica Sempre, presieduto dalla Dottoressa Gigliola Ibba. "Ho subito aderito alla lodevole iniziativa perchè, da sempre, mi batto contro il cumulo di incarichi e mandati, per rinnovare la Politica, secondo rigorosi criteri di partecipazione, trasparenza e meritocrazia. Vedremo, dopo le elezioni, se tutti i sottoscrittori eletti si impegneranno veramente in tal senso."
 

La nostra Missione

Noi crediamo che l’etica – intesa come la libertà dell’individuo di perseguire i propri obiettivi nel rispetto e nel bene degli altri – sia la base fondante di un nuovo modello di vita. I nostri fondatori, i nostri soci, i nostri sostenitori sono convinti che solo il comportamento etico potrà consentire:
- alla politica di svolgere il vero ruolo per cui ha ricevuto il mandato dagli elettori: quello di porsi al “servizio del cittadino”, e agire unicamente nel suo interesse;
- al mondo degli affari di contribuire allo sviluppo del Paese, in un ambiente equilibratamente competitivo, senza cercare scorciatoie e connivenze che generano corruzione e distorsioni sociali;
- alle imprese di poter operare sul territorio, con la piena, tempestiva e corretta collaborazione delle istituzioni per conseguire, senza lacci e lacciuoli, i loro obiettivi e quelli dei loro dipendenti;
- alla finanza e alle istituzioni finanziarie di agire, non più e non solo, nell’interesse di pochi, ma soprattutto di quello dei molti che necessitano delle fonti di credito per la loro famiglia, la loro azienda, i lavoratori che da loro dipendono;
- ai cittadini di operare nel rispetto di se stessi, della comunità in cui vivono, dell’ambiente, ma al contempo di non considerarsi più “sudditi”, ma “attori” di un sistema democratico che conferisce loro il diritto di essere adeguatamente rappresentati e di ricevere i servizi da loro finanziati con la tassazione;
- alla comunità tutta di agire nel rispetto della “cosa pubblica” e dell’ambiente per consegnarlo intatto, e se possibile migliorato, alle nuove generazioni.
La nostra azione si pone quindi l’obiettivo di ricreare le fondamenta di questi valori che nel tempo, nel nostro Paese, si sono andati affievolendo o sono stati addirittura calpestati.
 
CHI SIAMO
I nostri fondatori, i nostri soci, i nostri sostenitori hanno firmato, per far parte della nostra associazione un “codice etico” che li impegna a rispettarne i valori e a lottare per riportarli nel nostro Paese. Pur incoraggiando ciascuno a perseguire le proprie idee politiche anche nell’esercizio del voto, i nostri aderenti si sono impegnati a non iscriversi o ad operare per nessun partito politico. Noi intendiamo costituire/essere un movimento di opinione in cui è bandita ogni discriminazione relativa a credo politico, religioso, nazionalità, sesso e ogni altro ancora, che si pone al solo servizio dei cittadini italiani e stranieri che vivono nel nostro Paese.
 
COME CONSEGUIREMO LA NOSTRA MISSIONE
Noi intendiamo, con l’apporto volontario di soci, sostenitori e di quanti condividono le nostre idee:
- stigmatizzare i comportamenti non etici delle categorie che operano in modo difforme dai principi etici che abbiamo illustrato;
- diffondere i nostri valori etici, a partire dalle scuole, perché siano formati i cittadini di domani;
- portare assistenza a quanti dalla mancanza di principi etici sono stati penalizzati, come ad esempio gli anziani , i giovani, i lavoratori, le imprese.
 
IN CHE MODO CI SIAMO/CI STIAMO ORGANIZZANDO
Abbiamo formato un’organizzazione, coordinata dal Presidente, costituita da gruppi di lavoro. A ciascun gruppo, presieduto da un capo-progetto, è affidato il compito di ideare e realizzare le azioni più idonee ad operare nelle aree sopra descritte.
Sono parte integrante della struttura la segreteria organizzativa, il responsabile dei rapporti con il web e i sistemi telematici che supportano e facilitano il dialogo e il collegamento diretto con tutti i nostri interlocutori.
Al Presidente e ai capigruppo si affiancherà un “Comitato di Saggi”, in rappresentanza di tutte le categorie professionali. A loro verrà affidata la cura di diffondere il nostro credo nell’ambito della loro categoria e di assistere i Capigruppo e il Presidente nelle azioni che andremo ad espletare.
 
QUALI SONO I VALORI CHE CI GUIDERANNO
- Il rispetto del nostro codice etico che abbiamo sottoscritto.
- La competenza, la passione, l’impegno nel progettare e dare esecuzione alle nostre azioni.
- La capacità di monitorare sistematicamente i “fatti”, le notizie che richiedono il nostro intervento e di reagire nel più breve tempo possibile.
- L’esempio e le capacità necessarie alla diffusione di questi valori.
 
NOI VOGLIAMO RIPORTARE NEL NOSTRO PAESE L’ORGOGLIO DI ESSERE ITALIANI E, NEL TEMPO, DI CONSEGNARE AI NOSTRI FIGLI IL NUOVO MODELLO CHE NOI AVREMO CONTRIBUITO A CREARE.
 

CODICE ETICO DEL POLITICO

Nel candidarmi alle prossime elezioni solennemente mi impegno a:
  • PROPORMI ED ACCETTARE INCARICHI PER CUI SONO COMPETENTE E AD ESPLETARLI NEL SOLO INTERESSE DEI CITTADINI
  • RINUNCIARE CONTESTUALMENTE AD OGNI ALTRO INCARICO PUBBLICO O PRIVATO
  • DICHIARARE ESPLICITAMENTE L’ESISTENZA O L’INSORGERE DI UN CONFLITTO DI INTERESSI CON L’INCARICO ASSUNTO
  • NON SFRUTTARE A FINI PERSONALI LA POSIZIONE RICOPERTA PER OTTENERE DAZIONI O TRATTAMENTI DI FAVORE ANCHE MARGINALI
  • EVITARE QUALSIASI FORMA DI NEPOTISMO O FAVORITISMO NELL’ASSEGNARE MANDATI E INCARICHI
  • ACCERTARE SENZA OMBRA DI DUBBIO CHE OGNI COMMESSA SIA ASSEGNATA IN MODO TRASPARENTE, IMPARZIALE, CON UN BUON RAPPORTO COSTO/QUALITA’ E MONITORATA NEL SUO SVOLGIMENTO
  • TUTELARE LA DIGNITA’ DELLA PERSONA, IL RISPETTO DELL’AMBIENTE, DEI BENI E DELLE RISORSE DELLA COMUNITÀ
  • MANTENERE UN COMPORTAMENTO PUBBLICO E PRIVATO IN LINEA CON L’ISTITUZIONE CHE RAPPRESENTO
  • NON INTRATTENERE RELAZIONI CON PERSONE E ORGANIZZAZIONI CHE AGISCONO AI CONFINI O FUORI DELLA LEGALITÀ
Mi impegno infine a far mio questo codice, a diffonderlo presso gli ambienti appropriati e ad accettare eventuali verifiche riguardo al mio operato.